Convivo da sempre con il tentativo di bilanciare le esigenze della mia parte creativa con quelle della mia parte razionale, il mio accentuato senso del dovere e l'istinto di fare quanto mi passa per la testa, gli input dell'emisfero sinistro e quelli dell'emisfero destro.

I miei genitori hanno fatto le cose per bene - non c'è che dire - regalandomi generosamente le loro peculiarità: ho ereditato la creatività di mio padre e la razionalità di mia madre senza, però, la ricetta per gestirne l'inevitabile miscuglio.

Me la sono cavata lo stesso, anche se il conflitto fra queste due sfere non ha sempre favorito un percorso lineare e coerente.

La mia vita online non si è discostata di molto da questa tendenza. Di lineare e coerente ha avuto molto poco.

Ho aperto il mio primo blog, seguendo l'istinto, senza sapere nemmeno cosa fosse un blog.

Quando, assieme ad alcune amiche, ho aperto il secondo avevo in testa un progetto definito anche se decisamente troppo impegnativo per le possibilità di quel momento. 

Il terzo è stato la repentina risposta ad un'esigenza precisa, ma la strada da seguire è appena delineata. 

Fra l'uno e l'altro, che già sarebbero sufficienti, altre iniziative, tantissimi esperimenti, qualche collaborazione.

Idee sempre nuove, spesso irrealizzate o irrealizzabili.

Ripensamenti, cambiamenti, epurazioni. Non sempre felici.

Caos crescente e riorganizzazione infinita.

È indubbio, che l'aritmia esistesse molto prima della nascita di Aritmia Creativa. Così come è innegabile, che la creatività ha sempre fatto parte della mia vita, sebbene non me ne sia sempre resa conto. 

Per questo motivo, analizzando con attenzione, non è difficile intravvedere un fil rouge che lega il primo, lontanissimo post all'ultimo, il caos dell'armadio e le nuove, più recenti, esperienze creative, passando naturalmente per gli incontri con innumerevoli persone, che vivono la creatività ogni giorno.